Mi ricordo ancora quando da piccolo, credo alle elementari, il maestro (ormai parola desueta) ci portava nella camera oscura che aveva “costruito” per sviluppare le fotografie. Un piccolo stanzino buio, due o tre vaschette, un appendino con tante mollette e un incredibile puzzo di varie robe chimiche. Stavi dentro qualche minuto e questo puzzo ti assorbiva e diventava quasi buono; sono quegli odori che prima ti danno fastidio e poi invece ti piacciono, vai a capire cosa pensa la nostra testa.
Aprivi il rullino con molta delicatezza e, prima un bagno di qui poi un bagno di là nei vari liquidi, la foto prendeva forma.
Un rullino, 24 o 36 foto (se non sbaglio) da sviluppare. Pochi scatti e magari qualcuno anche mica tanto riuscito bene. Il bello della fotografia non era il selfie perfetto, forse era proprio questa imperfezione che scoprivi solamente quando il fotografo ti consegnava le foto sviluppate che rendeva lo scatto speciale. Ogni fotografia era un momento della propria vita, non una semplicemente selezione di una delle tante pose fatte.
Pronti, sorridete, cheese…click! Una foto, un momento, stop.
Questo era l’aspetto che io oserei dire “romantico” della fotografia. L’avvento del digitale ha dato uno scossone a tutto il mondo fotografico, tra cui quello della fotografia da viaggio.
Viaggi e fotografie, lo scossone del digitale
Tanti rullini da portare in vacanza/viaggio, un peso importante ed anche un pensiero in più a cui dover fare attenzione. Immaginate se si perdeva un rullino…ora, invece, è tutto diverso. Niente rullini ma una schedina che contiene una miriade di fotografie e mille backup tra cloud e hark disk portatili.
Sarebbe stata la soluzione perfetta per mio zio, dato che gli rubarono delle borse dalla macchina ed in una di queste c’erano le fotografie appena sviluppate relative al suo viaggio in argentina. Dopo una prima ovvia delusione avrebbe potuto riprendere i suoi dati dalla schedina e far ristampare le proprie fotografie.
Quindi, il digitale ha portato sostanzialmente dei benefici, sebbene il principio romantico della fotografia sia per me inscalfibile.
La fotografia in viaggio
Siamo nell’era dell’overload informativo e la fotografia produce talmente tanti contenuti che a volte, se ci pensate bene, troviamo lo stesso scatto prima sul telefono, poi sulle foto scaricate dalla macchina fotografica…poi magari troviamo uno scatto simile anche nelle nostre foto della Gopro…
Insomma, un casino direi.
Eppure, la nostra voglia di fotografare e produrre immagini è più forte di noi. Ogni cosa che ci attira la fotografiamo, dopotutto la fotografia e fare foto sono una passione, più si diventa padroni delle tecniche e più ci si diverte.
In viaggio la fotografia assume tantissimi aspetti.
Si fotografa per divertirsi e stimolare la propria passione, si fotografa perché attirati da nuove culture dato che si è fuori dalla propria comfort zone, si fanno più scatti per testare le proprie abilità ed infine si fotografa per imprimere dei momenti di felicità o dei momenti della propria vita che si vogliono ricordare, che si vogliono catalogare ed utilizzare successivamente per rivivere il viaggio che è stato fatto.
Una regola da tenere a mente: stampare le proprie foto
Di ritorno da un viaggio o da una sessione di scatti fotografici, il risultato è sempre lo stesso: una mole di dati che finiscono in una cartella del computer e poi vengono anche messe in un back-up separato, si sa mai. Poi restano li per giorni, magari hai scattato anche in raw perché la qualità è migliore, ma poi non hai tempo né voglia di sistemarle e soprattutto stamparle.
Sbagliato!
Prendiamo macchine fotografiche da centinaia di euro, se non migliaia. Io per primo mi sono comprato una Sony A7II che qualitativamente reputo ottima. Ci sprechiamo in megapixel, più ne ha meglio è…scordandoci che più megapixel consentirebbero di stampare la fotografia in formati più grandi senza perdere definizione. Ma poi noi, no, usiamo magari la foto su facebook oppure più semplicemente visualizziamo la foto a computer e basta.
Al termine dell’ultimo corso di fotografia fatto lo scorso anno, oltre alle normali nozioni tecniche, sono uscito con una convinzione…bisogna stampare le foto, bisogna farle diventare tangibili, bisogna toccarle e se ce n’è qualcuna che ci piace particolarmente, la dobbiamo stampare in un formato grande, magari mettendola in un quadro.
Ci sono molteplici servizi come ad esempio quello proposto da Cewe, un’azienda specializzata nella stampa digitale, che, anche da remoto, senza recarsi dal fotografo, ci danno la possibilità di creare delle stampe delle foto dei nostri viaggi …quindi? Cosa aspettiamo?
Sono stato recentemente a casa di una persona che non conoscevo, una persona anziana, di quelle che sono nate assieme alla pellicola. Ho visto le sue pareti di casa mentre scendevo le scale, erano piene di foto fatte nei suoi viaggi ed io cercavo di intuire dove fossero state scattate. Quest’uomo, insieme alla moglie, ha girato buona parte del mondo e continua ancora oggi. Le fotografie dei suoi viaggi fanno parte di lui ed ha voluto stamparle per aver sempre sotto occhio i propri ricordi.
Ecco dunque che anche io mi sono riproposto di fare una selezione di tutte le foto che ho fatto in viaggio negli ultimi anni in modo tale che anche io possa mettere “nero su bianco” i miei ricordi e gli scatti di cui vado fiero.
Recentemente ne ho stampata qualcuna a casa e devo dire che è molto bello vedere il proprio scatto che prende forma.
Un consiglio: fotografate e stampate, non lasciate i vostri ricordi di viaggio chiusi all’interno di un hard disk.