Sardegna. Ammettiamolo, chi di voi alla parola Sardegna non pensa alle splendide cale e calette dall’acqua turchese? Credo sia più che normale, tendiamo a identificare dei luoghi basandoci anche su sentimenti comuni. Cosa si fa in Sardegna? Si va al mare, il mare della Sardegna. Io stesso in passato ve ne avevo parlato nell’articolo sulle spiagge più belle della Sardegna del Sud.
Nonostante sia normale, non è comunque corretto. Sarebbe come identificare la città dove sono nato, Brescia, come la città dei tondini, il ché non è sbagliato, ma è molto molto di più ed il territorio offre davvero grandi opportunità sia dal punto di vista culturale che paesaggistico.
Di recente ho avuto il grandissimo piacere di poter lavorare con il Consorzio di Promozione turistica dell’Iglesiente. Questo mi ha permesso di poter scardinare quell’errato accostamento Sardegna = Mare, scoprendo una parte di Sardegna ancora poco conosciuta, ma con un passato storico/culturale, nonché paesaggistico, che mi ha lasciato senza parole.
Iglesias in Sardegna
Chi poteva immaginarselo che nel territorio circostante la città di Iglesias in Sardegna ci fossero talmente tante cose da vedere, così interessanti e così differenti tra loro.
Iglesias si trova nella Sardegna sud-occidentale, una parte di Sardegna meno patinata e conosciuta. Ciò la rende ancora più affascinante, ma soprattutto vera, meno costruita ed artefatta. Si tratta di una piccola cittadina di soli 26.300 abitanti ed è il principale centro abitato dell’Iglesiente. Assieme alla città di Carbonia, i due territori formano la provincia di Carbonia-Iglesias, provincia relativamente recente in quanto istituita nel luglio del 2001.
Il territorio del Sulcis-Iglesiente
L’area territoriale in cui sorge la città di Iglesias, è appunto l’iglesiente, o meglio il Sulcis-Iglesiente che comprende anche la zona di Sant’Antioco. Si tratta di un territorio dai paesaggi selvaggi con spiagge stupende, ma anche con scogliere a picco sul mare come nei pressi del Pan di Zucchero che con i suoi 133 metri di altezza è il faraglione più alto di tutto il Mar Mediterraneo.

L’interno del Sulcis-Iglesiente presenta un paesaggio aspro, rude che rispecchia appieno la sua “destinazione mineraria”. Infatti, è ricca di depositi minerari che cominciarono ad essere “sfruttati” già in epoca Fenicia, quasi 5000 anni fa.
I siti di interesse da vedere a Iglesias e dintorni sono fortemente legati alla storia delle miniere ed a tutti i processi di estrazione mineraria. Le stesse storie delle persone sono legate ad esperienze vissute in miniera, purtroppo non sempre positive viste le condizioni in cui lavoravano i minatori. Ve ne parlerò più avanti all’interno di questo articolo su cosa vedere nell’Iglesiente.
Cosa vedere nell’Iglesiente: Iglesias e dintorni
Dopo questa ampia ma doverosa premessa, vi posso assicurare che sono talmente tante le cose da fare che potrete tranquillamente impegnare 3/4 giorni alla scoperta del Sulcis-Iglesiente. Partiamo dalla sua città principale.
La città di Iglesias
Ve ne ho parlato qualche riga fa. Iglesias è l’ideale come base per scoprire l’intero Iglesiente. Una città raccolta ma al tempo stesso molto piacevole da scoprire, apprezzando anche alcuni interventi di riqualificazione della città come nel caso di “ennedue”, una zona in disuso di Iglesias convertita e recuperata grazie ad interventi di arte urbana, come ad esempio la street art.
Se volete approfondire sull’arte urbana di Iglesias vi consiglio di leggere questo interessante articolo sul blog di street art Disagian -> Iglesias tra street art e writing.
In città è presente anche l’interessante Museo dell’Arte Mineraria di cui vi parlerò nel prossimo punto.
Il Museo dell’Arte Mineraria ad Iglesias
Attualmente Museo dell’Arte Mineraria, è ubicato in quella struttura dove, nei momenti di maggior fervore dell’attività estrattiva, ebbe sede un vero e proprio istituto tecnico il cui scopo era istruire e formare i minatori.
Non sono tipo da musei, ed infatti in questo blog ve ne parlo assai poco. Proprio per questo motivo, se ve ne parlo è perchè voglio assolutamente consigliarvi una visita. Grazie ai volontari dell’associazione che gestisce il museo, potrete conoscere la storia dell’Iglesiente, dei suoi abitanti e scoprire tutti i processi legati all’attività mineraria. Non solo, riuscirete a percepire le preoccupazioni e le emozioni, non sempre positive (anzi), di chi faceva la vita del minatore.
Nonostante fosse una mansione fortemente richiesta ed allo stesso tempo ambita, fare il minatore era usurante, non solo per quanto riguarda l’impegno fisico, ma anche per quello sociale. La vita del minatore, volente o nolente, durante e fuori l’orario di lavoro, ruotava costantemente attorno alla miniera.
Nel museo tutto vi sembrerà tutto più chiaro e potrete provare la sensazione di essere un minatore. Potrete addentrarvi nella galleria didattica utilizzata dagli studenti per mettere in pratica quanto appreso. È importante notare che questa galleria fu rinforzata e pensata anche come rifugio da utilizzare durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Cosa vedere nell’Iglesiente: trekking e siti naturali
In una Sardegna così selvaggia ma estremamente affascinante, caratterizzata da paesaggi molto diversi tra loro, è possibile trovare numerose bellezze naturali che non hanno eguali. In questo contesto troviamo anche un Cammino, il Cammino di Santa Barbara, che paesaggisticamente spazia dai brulli terreni interni alle straordinarie viste sul mare.
Il Cammino Minerario di Santa Barbara
Siete amanti dei cammini, o anche semplicemente dei trekking lungo itinerari dai panorami fantastici? Questa è una di quelle cose assolutamente da vedere nell’Iglesiente, ma che dico…da percorrere!
Si tratta di ben 500 km suddivisi in 30 tappe. Un itinerario ad anello che tocca tutte le zone del Sulcis-Iglesiente-Guspinese. Per il 75% composto da sentieri, mulattiere e strade sterrate, per il 25% da strade lastricate o asfaltate. 500 km che valorizzano appieno questa parte di territorio sardo, perfettamente inseriti in quello che è il contesto storico/culturale della zona. Non a caso, il nome “Santa Barbara” è dovuto proprio alla Santa patrona dei minatori.
L’itinerario si sviluppa sulla “terra più antica d’Italia”. Difatti, nella zona dell’Iglesiente si possono trovare rocce di formazione geologica in altre zone d’Italia non presenti. Ovviamente, percorrere tutto il cammino richiede un enorme quantità di tempo.
Dato che state leggendo un articolo sulle cose da vedere nell’Iglesiente, quello che vi consiglio è di scegliere una sola tappa sul sito ufficiale del Cammino di Santa Barbara in modo da esplorare un piccolo pezzettino di Iglesiente con un bel trekking.
Se volete conoscere le tappe migliori da percorrere, vi consiglio di leggere questo articolo sulle tappe più belle del cammino di Santa Barbara, scritto dagli amici di Scoprire Viaggiando.
Grotta di Santa Barbara
Santa Barbara è onnipresente, tanto più in una miniera. Sto parlando della miniera di San Giovanni a poca distanza da Iglesias. La grotta di Santa Barbara è un luogo magico. Nel cuore della montagna, un enorme spazio aperto costellato di stalagmiti, stalattiti e concrezioni formatisi in milioni di anni. Altrettanto magico ed inusuale il modo in cui è stata scoperta.
Nel 1952, furono proprio i minatori a scoprire la cavità durante dei lavori di costruzione di una galleria ascendente. La Grotta di Santa Barbara è stata preservata fino ad oggi, nonostante all’epoca non ci fosse un’attenzione così elevata riguardo queste tematiche.
Attualmente si può visitare la grotta con una visita guidata della durata di 1 ora e 30 minuti. Ci si addentra nella montagna per 700 metri con un trenino e, successivamente, grazie ad un ascensore si raggiunge il punto da cui si accede alla grotta.
All’interno della grotta di Santa Barbara
Grotta di San Giovanni: tra le rocce dell’Iglesiente
Non sto scherzando. Si entra davvero tra le rocce dell’Iglesiente e si ha la percezione di come e quali mutamenti geologici siano in atto, sebbene si possano solo immaginare visti i tempi leggermente più lunghi rispetto alla vita umana. Se vi state chiedendo cosa assolutamente visitare nel Sulcis Iglesiente, quella è la grotta di San Giovanni. Incredibile ed imperdibile. Si tratta della grotta carrozzabile più lunga al Mondo.
Cos’è una grotta carrozzabile?
Semplicemente una cavità naturale, un enorme cunicolo o più semplicemente un’estesa grotta con due ingressi, nella quale è stata creata una vera e propria strada. Nel caso di questa grotta dell’Iglesiente, si parla di 850 metri ed è considerata la prima strada a pedaggio del Regno d’Italia; una via di comunicazione tra il paese di Domusnovas e la valle di Oridda.
Una grotta di 530 milioni di anni, dove è possibile individuare chiaramente l’incontro tra due faglie. La grotta di San Giovanni è rimasta aperta al traffico fino al 1999. Quando la visiterete, vi chiederete come sia possibile che fino a pochi anni fa potessero passare auto e bus. Assolutamente da visitare!
Capo Pecora
Capo Pecora è quel gioiello di costa dell’Iglesiente dove ti senti in pace con il mondo. Una lingua di granito che si protende verso il mare, il vento incessante tipico dei luoghi marini ed il rumore delle onde che si infrangono contro la costa. Cosa volere di più?!
Consiglio: godetevi un tramonto da Capo Pecora.
Cosa vedere nell’Iglesiente: i siti minerari e culturali
Il territorio dell’Iglesiente era disseminato di miniere. Esse erano il principale sostentamento economico per gli abitanti di Iglesias e territori limitrofi. Tutto ruotava attorno al settore minerario. Col passare degli anni le miniere sono state dismesse ed ora rappresentano un indubbio patrimonio culturale da conservare e di cui andar fieri.
Il cammino di Santa Barbara tocca molti di questi siti culturali. Rappresenta dunque il modo ideale per vivere il territorio sia da un punto di vista culturale che naturalistico.
La Grotta di Acquacadda
Sul tracciato del cammino c’è appunto la grotta di Acqua Cadda. Non si tratta di una grotta enorme come quella di San Giovanni, nulla di simile. Codesta grotta è molto importante per tutti i ritrovamenti che stanno avvenendo al suo interno. La storia e le origini dei sardi potrebbero venir presto sconvolte dai reperti che gli archeologici stanno trovando.
Ad un centinaio di metri dall’ingresso della grotta, vi consiglio di visitare il piccolissimo museo minerario gestito da un’associazione. Fatevi spiegare la natura delle varie rocce, vi assicuro che sarà molto interessante!
Porto Flavia, il porto sulla scogliera
Questo ex sito minerario rappresenta l’evoluzione storica delle miniere dell’Iglesiente. Raggiungo subito il punto: cos’era Porto Flavia?
Costruito nel 1922, Porto Flavia era IL nuovo metodo per imbarcare il materiale minerario sulle imbarcazioni dirette verso le fonderie nord europee. Considerato il peso e l’ingombro dei materiali, all’epoca fu necessario trovare un modo più efficiente, veloce e meno costoso, per stivare i minerali nelle grandi navi da carico. Prima della costruzione di Porto Flavia, i materiali dovevano necessariamente essere portati dalla costa sarda all’isola di Carloforte. Qui venivano caricati nelle grosse imbarcazioni.
Intemperie, imbarcazioni troppo piccole, poca flessibilità e pochi volumi di spostamento, furono i motivi che portarono le società minerarie a trovare un’alternativa. Essa fu, per l’appunto, la costruzione di Porto Flavia, un porto sospeso a strapiombo sul mare proprio di fronte al Pan di Zucchero.
Furono creati nella montagna retrostante la scogliera ben 9 silos di 18 metri d’altezza ed una capienza di 10.000 tonnellate di materiale. Due tunnel, il primo sovrastante i silos era destinato al riempimento dei silos stessi, il secondo, sottostante, aveva il compito di spostare i materiali con un nastro trasportatore direttamente sulla nave attraccata nei pressi della scogliera.
Porto Flavia è assolutamente una delle cose che dovrete vedere nell’Iglesiente. La sua posizione e la sua storia lo rendono un luogo dal fascino unico.
Laveria Lamarmora a Nebida
I minerali venivano “lavati”, per questo motivo servivano le laverie. Ecco, ora non pensate alla massaia che lava a mano i pezzi di roccia. No, il processo verteva nella frantumazione dei minerali in modo da renderli meno ingombranti ed un successivo lavaggio chimico con acque e acidi.
Sono tantissime le laverie presenti nell’Iglesiente, ma la Laveria Lamarmora ha una particolarità che la rende incredibilmente interessante: è quasi a picco sul mare. Un panorama unico che vi consiglio di visitare, anche solo per una fotografia.
Galleria Henry a Bugerru
Altro luogo imperdibile se avete intenzione di visitare l’Iglesiente e la sua storia. La Galleria Henry è l’emblema del passato minerario di questo pezzo di Sardegna. Un piccolo trenino porta all’interno della storia di una vecchia miniera. Un luogo fantastico anche dal punto di vista paesaggistico dove, grazie ad una visita guidata è possibile comprendere le condizioni economico/sociali dell’epoca.
Come vivevano i minatori? Come la vita da minatore influenzava la quotidianità? Qui è possibile trovare risposta a queste e molte altre domande.
Nuraghe Seruci
Dulcis in fundo, un nuraghe. Non è possibile tornare a casa senza aver visto una di questa case/fortezze preistoriche create con tanti blocchi di pietra di diverse dimensioni. Il Nuraghe Seruci è un importante sito archeologico dell’Iglesiente, presenta un villaggio tra i più vasti della Sardegna e la funzione principale era quella militare/difensiva.
L’Iglesiente in un video
In questo video informativo di Andrea Suriani, trovate il risultato della collaborazione con il Consorzio Turistico per l’Iglesiente e tutti i luoghi che vi ho appena descritto. Guardate che posti magnifici!