Compiere trent’anni è un bel traguardo e raggiungerlo con la consapevolezza di essere circondata da famiglia ed amici speciali lo rende ancor più importante.
Ho avuto la fortuna di ricevere come regalo dei trent’anni un weekend per visitare Marrakech ed ho deciso di condividere qui questa mia esperienza.
Ho scoperto la destinazione di questo inizialmente ignoto viaggio solo la sera prima della partenza. Non vi dico il disagio nel preparare la valigia, atto che di per sé non amo per nulla.
Per agevolare me, ma soprattutto per far sì che smettessi di assillare il mondo…il mio ragazzo, che pur non essendo l’autore del regalo era a conoscenza della destinazione, mi disse che temperatura avrei trovato giunta a destinazione: 30 gradi di giorno e 17 di notte.
Iniziavo a capire qualcosa.
Ero a conoscenza del giorno e dell’orario della partenza.
Ovviamente sono andata sui vari siti di voli aerei per captare qualche informazione e, facendo due più due ho cominciato ad intuire. Sapevo anche che, oltre a me ed alla zia autrice di questo regalo, saremmo state un gruppo di 15 donne.
La sera prima del fatidico giorno mi viene finalmente confermata la destinazione da me immaginata e oramai tanto sperata.
Ha cosi inizio questa stupenda e per me nuova avventura!
Non ero mai stata in viaggio senza il mio ragazzo, ed ero quindi abituata a viaggiare in un determinato modo. Nonostante ciò devo ammettere che è stata una esperienza indimenticabile.
La mattina del 13 ottobre 2016 abbiamo conosciuto subito il gruppo di persone con cui saremmo state per ben 4 giorni: 15 donne dai 26 ai 65 anni. L’affiatamento è stato pazzesco fin dal primo momento.
L’aereo partiva da Malpensa che abbiamo raggiunto partendo da un paesino in provincia di Lecco in circa un’ora. Dopo 3 ore di volo siamo giunte a destinazione!
Ecco, dei 30 gradi di cui mi parlava il mio ragazzo nemmeno l’ombra! Ad accoglierci c’erano freddo e pioggia!
Ma non ci siamo perse d’animo: eravamo in vacanza.
Uscite dall’aeroporto abbiamo iniziato subito le trattative con le persone locali per prendere i taxi. Parlo al plurale perché essendo un bel gruppo di persone necessitavamo di almeno 3 mezzi.
Ovviamente fuori dall’aeroporto tutti i taxisti fanno cartello quindi il prezzo per lo spostamento bene o male è uguale per tutti.
Posso consigliare di non esagerare con la trattativa. Un minimo va bene. Ma non si deve insistere. Credo non faccia proprio parte della cultura marocchina insistere così tanto, al contrario del popolo thailandese per esempio.
Giunte tutte quante in hotel, tempo di depositare i bagagli e di registrarsi che anche la pioggia aveva smesso di cadere e potevamo dare il via alla prima visita di Marrakech!
I giardini Majorelle sono stati la prima nostra tappa. Non mi dilungo nelle spiegazioni storiche o dettagliate…vi accenno solo che furono progettati dal pittore francese Jacques Majorelle e che sono un mix favoloso di botanica e colore!
Piante di Banani, cactus e palme insieme a più rare piante di Aloe e bamboo vi circonderanno con il famoso blu Majorelle, un blu oltremare/cobalto creato proprio dal pittore.
Elisa, l’organizzatrice di questo viaggio ci ha fatto per tutto il viaggio da punto di riferimento.
Dopo una sosta doverosa per pranzo nella piazza principale della zona nuova di Marrakech (dove abbiamo scoperto che nei tavoli all’aperto dei locali non è possibile bere alcolici ma solo all’interno…quindi niente birretta con il panino). Ci siamo preparate ed avviate verso una tappa che non poteva mancare in questo viaggio: l’hammam.
Qui abbiamo trovato coccole e relax e ci siamo immerse in una atmosfera magica!
Diverse stanze, tutte rigorosamente colme di vapore del tipico bagno turco, in cui “donnoni” energici ci hanno lavate come se non ci fosse un domani, usando scrub particolari per eliminare le impurità quotidiane e massaggiando con oli. È possibile anche fare il trattamento al fango.
Al termine di tutto il percorso vi posso garantire che sarete persone nuove.
Dopo questa esperienza, si apprezza davvero tanto la tranquillità dell’hotel, infatti abbiamo colto l’occasione per stare tutte insieme in una delle stanze, questa volta con una buona bottiglia di vino da condividere!
Il secondo giorno abbiamo continuato con le visite di alcuni monumenti e palazzi storici:
Dalle tombe saadiane che rappresentano il mausoleo della dinastia appunto saadiana, diviso in tre stanze tra cui la famosa stanza delle dodici colonne, al Palazzo Reale, chiamato Palazzo Bahia, un tempo residenza del sultano e delle sue mogli ed in seguito dei generali francesi ora è aperto ai visitatori e vi si svolgono concerti di musica arabo-andalusa e mostre d’arte.
Entrambi questi edifici sono colmi di arte, di decorazioni dettagliatissime e uniche, di materiale pregiato come il nostro famosissimo Marmo di Carrara e degli immancabili giardini, fontane e piccoli Riad ricchi di piante rare e colori vivacissimi.
Vi consiglio di visitare questi edifici stupendi che vi si presenteranno davanti tra una sosta the e l’altra.
The, erbe e spezie sono alcune delle specialità del popolo marocchino: il loro the, il loro modo di versarlo e di berlo è proprio tipico e diverso dal nostro. Vi consiglio di seguire alla lettera la loro tradizione, lo apprezzerete ancor di più.
Proseguiamo la giornata con un pranzo tipico marocchino consumato doverosamente in un Riad: insalata marocchina, cous cous e tajine, tutto su una tavola colorata ed in un contesto unico.
Altro consiglio pratico: le mance. Spesso è quasi d’obbligo lasciarla al personale dei ristoranti od alla guida.
Il nostro giro è proseguito finalmente nella famosissima Medina con i suoi souk: un fascino unico pieno di colori e di profumi che difficilmente dimenticherete!
Anche qui è bene prendersi tutta la calma ed il tempo necessario per godersi lo spettacolo: la piazza è in continuo movimento e mutamento ed i souk ricchi di negozietti di artigianato locale vi travolgeranno e vorrete portare a casa di tutto!
Un’unica accortezza: fate attenzione ai vari “artisti”: vi avvicinano con i loro animali come serpenti o scimmiette addestrate e vi chiedono soldi per una foto che magari non avete nemmeno immortalato.
Altro consiglio: godetevi il tramonto da un localino con una posizione strategica con vista su tutta la piazza. Magico!
A questo viaggio mancava solo una cosa: il mare.
Detto fatto.
L’ultimo giorno siamo partite per Essaouria, una città che si affaccia sull’Oceano Atlantico e la sua Medina fa parte dei patrimoni mondiali dell’umanità dell’UNESCO.
Durante il viaggio in pullman di circa tre ore non abbiamo rinunciato ad un paio di tappe:
- l’albero delle capre dove si mette in dubbio la forza di gravità e ci si chiede se il caldo davvero vi ha preso la testa.
- la cooperativa delle donne dove un gruppo, appunto, di sole donne lavorano l’Argan: dalla mandorla al famoso olio.
Qui è possibile vedere tutto il processo di lavorazione ed anche acquistare qualche prodotto purissimo generato dall’Argan sia sotto forma di cosmetica che di cibarie.
Essaouria ci ha accolte con i suoi marinai che al porto sistemavano reti e pescato giornaliero, ma anche con le sue viuzze colorate e scorci pazzeschi.
Dopo aver passeggiato ammirando l’Oceano e l’entroterra di questa affascinante cittadina, abbiamo apprezzato il kebab in modalità street food: non rinunciateci se amate il genere.
Rientrate in albergo nella nuova Marrakech ci siamo preparate per il rientro dell’indomani.
Siamo tornate a casa con gli occhi pieni di colore e piene di profumi ed odori tipici di una cultura tanto lontana dalla nostra ma tanto affascinante e tutta da scoprire.
Brava Michy!! Son riuscita a leggere solo ora, perciò non mi resta che augurarvi buon viaggio e aspettare il tuo racconto del ritorno a Marrakech!
Grazie Michy! Vediamo se Marrakech farà la stessa impressione anche a me…
Bellissime foto, hai descritto molto bene questa meta che ancora mi manca!
Buon weekend a voi 🙂
Grazie Pietro, si è stata davvero brava a fotografare, sicuramente la mia ragazza mi farà da cicerone il prossimo mese, le tocca…