Finalmente, grazie ad una foto postata su facebook, ho preso ispirazione per cominciare a scrivere qualche articolo più filosofeggiante, uno di quelli che fanno riflettere sul senso di un viaggio.
No, tranquilli, non si tratta di uno di quei pacconi che non si riescono a leggere, lunge da me volervi tediare! È un post senza fronzoli e tecnicismi da seo addicted, niente keywords particolari. Voglio un post interessante ma riflessivo come quelli che scrive Martina sul suo blog Pimpmytrip. Post che vanno oltre i classici consigli o diari di viaggio.
Girovagando sul nostro tanto amato facebook ho visualizzato la foto pubblicata da Elena Nebiolo che immortalava con uno splendido scatto un momento di quotidianità di una donna nepalese, umile lavoratrice nei campi.
Ecco, in quel momento mi è tornato in mente uno scatto che feci quest’estate in Thailandia sul treno per Ayutthaya. Uno scatto “rubato”, pieno di anima e significato.
In terza classe sul treno da Bangkok ad Ayutthaya ci si può immergere in una quotidianità che non è la nostra, una quotidianità che spesso la maggioranza dei turisti non coglie o a cui non è interessata. Invece io, e probabilmente anche voi lettori, mi sento più viaggiatore, mi piace immergermi nella vita del Paese che sto visitando.
Anzi, darei un’altra sfumatura a questo concetto. Lo estremizzo. Non lo considero viaggiare solamente, mi piace proprio vivere come se fossi una persona del posto. Reputo che più si cerca di eliminare la barriera invisibile che si crea tra viaggiatore e luogo visitato e più questo Paese ed il suo popolo ti entrano nel cuore.
Ecco la foto di cui vi parlavo.
Vedere quest’uomo anziano (che tra l’altro assomigliava molto al mio nonnino che purtroppo non c’è più) sedere sullo sporco sedile del treno, sistemare i sacchi della spesa a lato, togliere i sandali, restare a piedi nudi e, con una serenità invidiabile, riposare poggiando la testa sul fianco, mi ha fatto molto riflettere.
Durante questo viaggio non solo questo scatto è stato fonte di riflessione.
Una mattina camminavo per le strade di Bangkok. In fondo ad una strada chiusa, in mezzo allo sporco ed al puzzo che contraddistinguono questa incredibile città, tre piccolissime bambine a piedi nudi giocavano a rincorrersi in mezzo alle pozzanghere che aveva creato un acquazzone poco prima. Nessuno le controllava (anche se onestamente a Bangkok non so se sia un bene od un male). Correvano felici senza aver bisogno di null’altro che della libertà. Felici con poco.
Queste cose si riescono a vedere solamente se si viaggia con occhi diversi,. Bisogna estraniarsi dalla propria quotidianità, uscire da quella bolla artificiale in cui viviamo e si comincia a vedere il mondo con uno sguardo critico.
Allora, dai viaggi che facciamo, lo dico per chi ancora a questo aspetto non aveva fatto caso, dobbiamo imparare. Dobbiamo crescere, perché ogni viaggio è un’occasione per migliorare sé stessi.
E così queste foto ci vengono in aiuto. Questi scatti “rubati” sono intrisi di emozioni e di significati. Ogni volta che li guardiamo ci ricordano il senso di un viaggio, il senso di mettersi in gioco confrontandosi in modo umile ed aperto con le altre culture.
Carissimi viaggiatori, siete d’accordo?
Da amante della fotografia non posso che emozionarmi di fronte a queste immagini e descrizioni. Trovo che nei paesi culturalmente distanti dai nostri le fotografie siano più magiche e riescano a trasmettere di più. E la Thailandia ne è la prova. Parteciperò sicuramente con tantissimo piacere!
Aspetto il tuo post Cristina !! Anche io mi sto appassionando molto alla fotografia, oltre che per la loro bellezza, anche per ciò che riescono a racchiudere in un solo click! !
Hai avuto un’idea splendida, amo tantissimo gli scatti rubati a persone e personaggi locali. Parteciperò volentieri!
Benissimo!! Grazie mille…eh si gli scatti rubati immortalano davvero dei momenti speciali!! A presto con il tuo post allora !
Viaggiare è un percorso continuo per conoscersi e scoprirsi <3
Bellissima foto!
Eh si Sara! Viaggiare é studiare e conoscere il mondo, analizzarlo con i nostri occhi e non con le immegini che ci vogliono trasmettere 🙂
Per una volta volevo affrontare un argomento di sostanza, ci sta, sono contento ti piaccia questa iniziativa!!
Bellissima idea, davvero! Parteciperò molto volentieri.
Le tue foto “rubate” sono davvero splendide, io comincio a spulciare le mie in cerca di qualcosa che rappresenti al meglio il messaggio che hai lanciato. 🙂
Grazie Martina!! Io le chiamo foto “rubate” nel senso buono del termine. Sto rubando un momento di quotidianità altrui che sto portando a casa e mi fa riflettere quando lo guardo. Quella del signore anziano mi sta proprio a cuore, mi ricordava troppo mio nonno ed i tratti del viso sebbene di una persona anziana mi trasmettevano serenità. Aspetto il tuo #PeopleInAShot Martina !
Bellissimo post, mi son quasi commossa leggendolo!
Come sai, le persone sono proprio il motivo che mi spinge a viaggiare….amo osservarle e interagire con loro…però sono un po’ “timida” su lato fotografico..ho sempre il timore a fotografarle e spesso le fotografo solo con la mente!
Però prometto di impegnarmi per i prossimi viaggi!!
Ma sai Michy che non avevo letto questo tuo commento…madoi…mi fa piacere ti abbia emozionato l’articolo. Ci sono tanti di quei momenti che noi diamo per scontati mentre per altri è gioia pura. I viaggi ci aiutano anche in questo, ad aprire un po’ gli occhi! Capisco la timidezza nel fotografare le persone,..ma se tutto viene fatto naturalmente allora non devi porti problemi, la cosa più bella è chiedere, però poi lo scatto non è così genuino…
Mi piace questa iniziativa, Emanuele!
Do uno sguardo alle mie foto e partecipo anch’io 🙂
Grazie Francesca, sono davvero contento che vi sia piaciuta questa iniziativa. Aspetto il tuo post e la tua chiave di lettura di #PeopleInAShot
Un hashtag davvero molto molto interessante! Vivendo qui in Congo – dove il turismo non c’è, ma c’è solo vita quotidiana – sono stata tentata molte, moltissime volte di fotografare le persone. Dico solo ‘tentata’ perchè, le persone del luogo non amano essere immortalate e, inoltre, bisogna stare davvero attenti a ‘rubare’ gli scatti (onde evitare conseguenze poco piacevoli). Qualche foto però ce l’ho: aspettami! 😀
Condivido, in generale scattare le foto alle persone lo faccio solamente se, come ho spiegato, c’è dietro un significato implicito. Uno sguardo, una posa, una situazione, un qualcosa che trasmette un carico di significati senza parlare. Vivendo in Congo, immagino avrai visto davvero tante espressioni o situazioni che ti hanno fatta riflettere, non vedo l’ora di leggere il tuo post. Ti aspetto ti aspetto !
Amo fotografare le persone in viaggio, la loro vita e la loro quotidianità. Bellissima la tua iniziativa 😉 Parteciperò di sicuro. Sono appena tornata dall’Africa e sorrisi come quelli incontratì lì non se ne trovano molti in giro!
Grazie, sono felice che ti piaccia questa iniziativa. Esatto, hai capito il concetto di #PeopleInAShot …mi hai parlato di Africa, che sicuramente non può essere intesa come il continente più ricco del mondo, eppure la gente sorride perchè prende la vita da un altro punto di vista, è felice con poco, sono sicuro che tra i tuoi scatti ce ne saranno molti che racchiudono il senso del viaggio.
Non uso fotografare le persone quando viaggio.. anche perché nelle capitali europee spesso siamo circondati da turisti come noi. Il tuo scattoe anche quello di Elena invece incantano e allo stesso tempo fanno pensare. Se ci sono io (non in primo piano) va bene uguale?
Diciamo che certi scatti fanno scalpore proprio perchè fatti in ambiente ed a popoli con una cultura ed uno stile di vita differente. Anche qui, però è possibile riassumere il senso di un viaggio con uno scatto. Devi scegliere una foto che rispecchi un po’ il significato di #PeopleInAShot, è una cosa che ti viene da dentro. Quel nonnino senza parlare mi aveva comunicato molto di più di qualsiasi parola.
Che bello e grazie per la menzione, mi ha fatto davvero piacere! Esatto, non è viaggiare in sè che ci rende migliori, è farlo con occhi diversi, occhi non solo per vedere ma anche per capire 🙂 Un abbraccione!
Grazie a te Martina! Lo sai che mi piacciono molto i tuoi post dove tratti dei lati del viaggio che solitamente passano in secondo ordine. Li leggo sempre molto volentieri perchè sono da spunto per fare andare un po’ la testa, per ragionare un po’ e cercare di vedere le cose da altri punti di vista. Grazie.