Ed eccoci tornati dalla Thailandia, dopo ben 59 ore di viaggio di ritorno. 59 ore?! Ebbene sì, tra viaggi veri e propri, scali vari, treni, metro etc. è passato parecchio tempo. Complice il fuso orario, devo dire che è stato un po’ stancante.
Bisogna però guardare sempre il bicchiere mezzo: tutto questo tempo è servito per fare mente locale sulle bellissime esperienze ed emozioni che abbiamo vissuto.
Tra un aereo e l’altro, tra un treno e una metro, abbiamo parlato di tutti gli episodi che ci hanno fatto sorridere, dei momenti che ci hanno fatto emozionare, e perché no, anche dei momenti che magari ci hanno fatto arrabbiare.
Oserei dire: “tutto fa brodo”, ovviamente nella sua accezione positiva.
Un viaggio è un miscuglio di sensazioni che ti porti a casa e che saltuariamente fai rivivere nelle tue discussioni, nei momenti di oblio davanti ad una bella birra in un pub. Insomma, diventano parte di te stesso e le porti addosso per tutta la tua vita. Nessuno le può rubare.
Cosa penso della Thailandia?
È sicuramente un Paese bellissimo, sia dal punto di vista paesaggistico, sia per quanto riguarda le persone che lo compongono. Certamente, per un occidentale rappresenta un forte salto culturale.
Le città della Thailandia, Bangkok sopra tutte (leggi anche: Cosa vedere a Bangkok), sono disordinate e caotiche all’inverosimile. Le persone sembrano non avere alcuna regola, soprattutto per quanto riguarda la guida. Il caldo-umido è insopportabile, l’igiene in alcuni casi è pessima, gli odori/puzzo si avvertono fin dalle prime ore del mattino in quanto le bancarelle da street food cominciano a cuocere gli alimenti già alla buon’ora.
La gente stessa è anche un po’ incoerente. È tanto ingessata in pratiche religiose, quanto scoordinata in merito a un vivere civile, o almeno, civile secondo “i nostri canoni”.
È proprio per questo motivo che, dopo un primo momento di sfasamento, ci si rende conto che è il loro modo di vivere. Sono fatti così, bisogna farsene una ragione e valutare tutti i lati positivi che tra l’altro sono parecchi.
Ci sarà un motivo perché la Thailandia è “la terra del sorriso“. Ci porteremo tra i nostri ricordi i sorrisi sinceri dei bambini e di tantissime altre persone che abbiamo incontrato lungo il nostro viaggio. Sorrisi che valevano molto più di qualsiasi altra parola. E quando il sorriso non viene originato dal denaro, ma solamente da una vera riconoscenza, allora ti entra davvero nel cuore. Purtroppo, abbiamo notato che il turismo di massa ha un po’ minato la nomea “terra del sorriso”. Soprattutto nelle isole abbiamo avvertito un popolo più distaccato, meno vero rispetto al Nord della Thailandia.
In che periodo siamo andati in Thailandia?
Nel nostro caso non abbiamo avuto scelta: agosto. E agosto non è certamente il periodo migliore per godersi questo splendido pezzo di Mondo. Molte delle esperienze vissute, potrebbero essere state ancora migliori di quanto è accaduto per noi, e siamo davvero impazienti di poter vivere le medesime emozioni in un periodo dell’anno più consono, come potrebbe essere gennaio e febbraio.
Infatti, se vi state chiedendo quando andare in Thailandia, dovete sapere che il “nostro inverno” è il periodo migliore per andare in Indocina. Speriamo presto di poter tornare in Thailandia nei mesi invernali in modo da goderci anche il mare, o meglio l’oceano della costa ovest.
Un viaggio in Thailandia…
Un viaggio è fatto anche di immagini che rievocano le emozioni di cui accennavo prima.
Non dimenticheremo mai:
- Il viaggio in treno verso Ayutthaya che ci ha permesso di assaporare la vita quotidiana.
- Quel taxista impazzito che per star dentro nei costi del suo “one allen baht” (che per i profani significa 100bht) ha percorso le strade di Bangkok a velocità folli.
- Quell’altro taxista, l’unico che sapeva parlare un po’ di inglese ma che aveva un unico altro problema, era assai balbuziente e quindi non si capiva nulla comunque.
- La cena al Mo Chit Terminal Bus nella periferia di Bangkok ed il sorriso della ragazza e della mamma che non capendoci nulla, né io né loro, sono state in grado di darmi un riso bollito con del pollo bollito ed un brodino a fianco. Era il 12 di agosto, manco fossimo a dicembre.
- Il Vip bus notturno da Bangkok a Chiang Mai, autobus semi vuoto a complete luci spente, poltrone giganti, copertina, libro e pioggia scrosciante all’esterno: splendido!
- La conversazione con il nostro ormai amico Dj Beer nel Night Bazaar di Chiang Mai, dopo averci venduto una sua bellissima opera siamo stati con lui a parlare una mezz’oretta bella e buona.
- Il Pad Thai al Saturday Night Market, sebbene ci volessero i pompieri, il più buono mai mangiato.
- I Geki al Dusit Hotel di Koh Tao. Belli neh, ma se magari non ne hai un’intera famiglia in camera dormi più sereno.
- Il sorriso di un marinaio dei Taxi Boat contentissimo di averci portato a riva prima che arrivasse un forte temporale.
- La culla improvvisata di una bambina in un ristorante di Koh Tao.
Mi fermo qui ma sono tantissime le immagini che vengono in mente, molte le ritroverete nei prossimi articoli che spero vi aiutino ad organizzare un bel viaggio nella “terra del sorriso”, sperando che questo sorriso sopravviva alla macchina del business.
Contrattazione in Thailandia
Ah ecco, una cosa mi stavo dimenticando di dirvi…una volta tornati dalla Thailandia ricordatevi che non è possibile in Italia contrattare una corsa in taxi, le verdure al mercato, i ricordini nei vari mercati.
Eh, sì, dovete scrollarvi di dosso la fobia da contrattazione impulsiva che vi avrà accompagnato per tutto il viaggio.
In Thailandia è piuttosto comune la contrattazione. Non la si attua in tutti i luoghi, non è che andate al ristorante ed una volta che vi portano il conto ritornate alla cassa e contrattate al ribasso, questo certamente no. Ma in luoghi come mercatini in strada, taxi, passaggi con i vari tuk tuk, piuttosto che “Songteo” spesso e volentieri bisogna contrattare e definire un prezzo che vada bene per entrambi. Non sentitevi in remora. Loro “spareranno” alto, voi “sparerete” basso ed alla fine si giungerà un prezzo che va bene ad entrambi. È una pratica quotidiana.
Leggere questo post mi ha emozionata totalmente Emanuele, un insieme di profumi e colori e vita quotidiana, che mi hanno fatto venire i brividi!
Dire che non vedo l’ora di partire, è un eufemismo; dire che temo il ritorno e quello che lascerò, è una realtà. Il contro di ogni viaggio. Che si trasforma in pro, quando ti rendi contro di aver portato con te un patrimonio senza zeri, ma fatto di vita.
Fantastico!
Claudia B.
Eh si Claudia, tornare da un viaggio ha sempre il suo lato triste, ma al tempo stesso torni consapevole di aver scoperto cose nuove e di aver fatto esperienze nuove che non ti lasceranno più..la Thailandia ti saprà emozionare, vedrai !